Stato di calamità naturale, spiagge distrutte dal mare

 

LIDO

Centinaia di tonnellate di legname e rifiuti sparse sugli arenili di Lido e Pellestrina, lavori per lo smaltimento che potrebbero costare al Comune fino a 300 mila euro e la necessità di interventi strutturali per la salvaguardia delle due isole sul fronte adriatico.

Questi i punti fermi che emergono dal sopralluogo fatto ieri dai tecnici di Veritas e dall’assessore all’Ambiente Bettin, assieme ai gestori degli stabilimenti balneari e alla Municipalità. Un quadro desolante tra danni, erosione e rifiuti. «Nessuno aveva mai visto qualcosa del genere», commenta Gianfranco Bettin, «al Lido c’è un fronte di legname e rifiuti largo 15-30 metri a seconda della spiaggia e lungo tutto il litorale.

A Pellestrina, addirittura, ci sono tratti in cui non esiste più l’arenile e non si può nemmeno camminare se non tra le onde. La spiaggia è scomparsa.

Venerdì porteremo in giunta la richiesta di stato di calamità naturale da girare poi alla Regione, e speriamo nella sensibilità di Palazzo Balbi per far avere la documentazione a Roma».

Uno stato di calamità naturale che era stato sollecitato pochi giorni fa dal consigliere comunale Alessandro Scarpa. È impressionante quando si è visto al Lido», aggiunge Bettin. «Al Sorriso ci sono quattro lastre di cemento che le onde hanno staccato dal vertice del pennello e scaraventato a riva. Capanne distrutte, alberi interi di oltre dieci metri, e in più punti lo spessore dell’arenile si è dimezzato.

Lo stato di calamità naturale serve per salvaguardare il settore balneare di queste due isole, ma anche perché ci troveremo a breve a fare gli spazzini dell’alto adriatico. Tra i materiali arrivati a riva al Lido c’erano cartelli di divieto di pesca relativi a fiumi friulani e località slovene, e perfino un pallone da calcio di un oratorio della zona di Gorizia.

Lo smaltimento inizierà appena possibile, ma non sarà per nulla facile ed economico. Potremmo arrivare anche a 300 mila euro di spesa». E poi c’è il capitolo salvaguardia. «I gestori hanno ragione, va fatto qualcosa per evitare il ripetersi di questi episodi. «Un intervento strutturale serve, ne discuteremo quanto prima con il Magistrato alle Acque.

Serve il prolungamento della soffolta (uno sbarramento sommerso al largo dell’isola, ndr) per tutta la lunghezza dell’arenile davanti agli stabilimenti balneari lidensi, e serve un intervento di ripascimento perchè la sabbia in molti tratti è scomparsa o si è dimezzato il livello della spiaggia. Sono dati oggettivi, e le due isole vanno protette maggiormente dal mare».

Simone Bianchi – LA NUOVA VENEZIA – 21 novembre 2012