Poveglia

 

Giungiamo nella suggestiva, misteriosa e affascinante Poveglia: sarebbero davvero tante le cose da dire su di essa e, per chi volesse saperne di più, troverà parecchi libri interessanti che parlano di quest’isola della laguna “centrale” situata lungo il Canal Orfano, di fronte a Malamocco.

Solitamente la laguna viene suddivisa divisa in due parti: a nord e a sud di Venezia, personalmente invece, concordo con l’amico Riccardo Roiter Rigoni (le cui foto ci stanno accompagnando in questo viaggio), il quale è solito suddividere la laguna in tre parti: considerando la porzione che da Venezia giunge fino agli Alberoni come “Laguna centrale” e come “Laguna sud” quella che va da Santa Maria del Mare a Chioggia.

Torneremo a parlare di questa suddivisione nei prossimi post, nel frattempo… torniamo a Poveglia!

La sua superficie è di 7,25 ettari e anticamente era denominata Popilia, probabilmente per il fatto che in essa fossero presenti numerosi pioppi o perché vicina alla via Popolia-Annia.

In quest’isola, nel VI secolo trovarono rifugio le popolazioni provenienti da Padova e Este in fuga dalle invasioni longobarde e, tra l’809 e l’810, contribuì alla resistenza di Metamauco all’assedio dei Franchi, questo appoggio procurò gli abitanti di quest’isola dei privilegi quali l’esenzione delle tasse.

Poveglia fu per lungo tempo un centro florido, sia dal punto di vista economico, che demografico; la sua decadenza giunse con la guerra di Chioggia (1378-1381) quando la popolazione venne evacuata a Venezia e fu occupata dall’ammiraglio genovese Pietro Doria, al termine del conflitto, si presentava completamente devastata.

I Povegliotti, anche se ormai residenti a Venezia, tennero comunque sempre alla propria identità e continuarono a mantenere alcuni privilegi, tra i quali quello di avere un loro rappresentante sul Bucintoro, accanto al doge, nel corso della festa della Sensa.

La Repubblica si interessò più volte al recupero dell’isola, ma senza successo; si decise quindi di sfruttarne la vicinanza al porto di Malamocco (allora unico accesso alla laguna per le navi) adibendola a stazione per il rimessaggio e per fini sanitari: come il controllo di uomini e merci. In due occasioni, nel 1793 e nel 1798, ospitò gli equipaggi di due imbarcazioni ammalati di peste; mantenne le funzioni di stazione per la quarantena marittima per tutto l’ Ottocento e fino al secondo dopoguerra, nell’ultimo periodo gli edifici furono in parte adibiti a reparto geriatrico (sede distaccata dell’Ospedale al Mare del Lido) che nel 1968 venne dismesso e l’isola fu quindi ceduta al Demanio.

I suoi terreni furono assegnati per alcuni anni ad un agricoltore (famose le pesche di Poveglia, di una bontà unica!), gli edifici invece sono andati progressivamente in rovina; da allora l’isola è stata oggetto di vari progetti di recupero che tuttavia non sono mai stati attuati.

Dell’antica chiesa di San Vitale resta il solo campanile, risparmiato dalle soppressioni napoleoniche perché adibito a faro, il famoso crocifisso in gesso e stucco del 1400 e ritenuto miracoloso (conservato un tempo nella chiesa), si trova oggi nella chiesa di Santa Maria Assunta a Malamocco.

Diverse fonti parlano di Poveglia come del posto in cui, nel 1510, fu seppellito il celebre pittore Giorgione ma questa ipotesi non ha mai trovato conferma; negli ultimi anni, invece, l’attenzione su Poveglia è stata più volte posta in merito ad alcune leggende che indicherebbero in essa la presenza di fantasmi. Aldilà delle leggende, quello che fa rabbrividire maggiormente è il vedere un’isola così bella e ricca di storia ancora inutilizzata e non valorizzata, speriamo che in un futuro non troppo lontano possa tornare ad essere un centro vivo e attivo. Al 31 dicembre 2017 non risulta vi siano abitanti.

 

 

Poveglia, da questa prospettiva la sua forma assomiglia a quella di un cuore…

 

 

L’isola di Poveglia: sono molte le barche che durante i fine settimana d’estate sostano nelle sue vicinanze.